► Franco Bunçuga, Frammenti di anarchia, «A» (Milano), a. 25, n. 222, novembre 1995.
► Raffaele Mazzanti, Carlo Doglio e i valori della libertà/ Pasquale Culotta, Nel territorio di Carlo Doglio/ Pier Paola Penzo, Carlo Doglio, 1914-1995, «Urbanistica Informazione», n. 142, 1995.
Biografie di anarchici castellani presenti nel DBAI
Riportiamo in questa sezione 19 schede biografiche di anarchici di Castel Bolognese presenti nel Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani. La scheda di Armando Borghi, figura di rilievo nazionale e internazionale, si trova anche nella sezione a lui dedicata in questo sito.
Il Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani (DBAI), pubblicato dalla casa editrice Biblioteca Franco Serantini di Pisa tra il 2003 e il 2004, è un’opera di notevole impegno, realizzata nell’arco di alcuni anni grazie al lavoro gratuito e volontario di un centinaio di collaboratori, coordinati da un Comitato Scientifico composto da docenti di storia contemporanea delle Università di Padova, Messina, Milano, Teramo e Trieste. Le schede dei personaggi biografati a livello nazionale sono circa 2300, distribuite in due volumi di oltre 800 pagine ciascuno.
A essere biografati sono sia i personaggi di rilievo nazionale e internazionale (per citarne solo alcuni: Camillo Berneri, Armando Borghi, Carlo Cafiero, Amilcare Cipriani, Andrea Costa, Luigi Fabbri, Pietro Gori, Luigi Galleani, Errico Malatesta, Francesco Saverio Merlino), sia molti di quei militanti locali che hanno costituito la fitta rete delle attività libertarie per varie generazioni, dando al movimento la sua fisionomia popolare strettamente intrecciata alle vicende politiche e sindacali delle classi subalterne. L’arco cronologico preso in considerazione è di circa un secolo, dall’epoca della Prima Internazionale fino al 1968, che segna l’apparizione sulla scena politica di una nuova generazione di libertari con caratteristiche in parte diverse da quelle delle epoche precedenti.
La storia personale degli anarchici biografati si intreccia con quella sociale e politica della nostra penisola e spesso anche con quella dei paesi di emigrazione, in Europa e altri continenti, tra Otto e Novecento. Ne emerge un pezzo della storia d’Italia, finora troppo spesso trascurato e dimenticato.
Notevole risulta, nel Dizionario, la presenza degli anarchici castellani (nella accezione più vasta del termine: dai personaggi nati e vissuti a Castel Bolognese, fino a quelli che vi hanno trascorso solo una parte – più o meno lunga – della loro esistenza). Ben 19 sono infatti i libertari castellani biografati. Se si tiene poi presente che spesso nel corpo di una scheda sono citati interi gruppi familiari oppure i nomi di altri personaggi coinvolti in particolari vicende, si arriva a capire che nell’opera la rappresentazione dell’anarchismo castellano assume contorni ancora più ampi. Si tratta di una presenza significativa, numericamente superiore anche a quella di molte altre città di dimensioni maggiori per quanto riguarda il numero degli abitanti. La cosa non deve stupire, è noto che ii movimento anarchico in Italia ha avuto sempre una diffusione a macchie di leopardo, tanto da essere molto forte in alcune regioni e meno in altre, con una situazione differenziata spesso anche tra i centri della stessa regione. Castel Bolognese poi è stata conosciuta per lungo tempo come una “Cittadella libertaria”, una località dove gli anarchici sono sempre stati particolarmente numerosi dagli ultimi decenni dell’Ottocento fino al secondo dopoguerra, con una tradizione che non si è poi mai del tutto spenta e che è arrivata senza soluzione di continuità fino ai giorni nostri.
Gli anarchici castellani presenti nel Dizionario avrebbero potuto in effetti essere di più, le figure interessanti e il materiale documentario non mancano di certo. Nel Casellario Politico Centrale oggi conservato presso l’Archivio Centrale dello Stato a Roma (fonte imprescindibile anche se certo non unica per questo tipo di ricerche), si trovano i fascicoli personali di circa 75 anarchici castellani, schedati dalle autorità di polizia in un arco di tempo che va dalla fine dell’Ottocento fin verso il 1943. Le fotocopie della parte più significativa di questi fascicoli si trovano oggi depositate presso la Biblioteca Libertaria “Armando Borghi” (una parte rilevante è da tempo consultabile anche presso la Biblioteca Comunale “Luigi Dal Pane”).
Va tenuto presente che i Prefetti in genere aprivano un fascicolo solo per i “sovversivi” (non solo anarchici, anche repubblicani, socialisti, sindacalisti rivoluzionari, comunisti, antifascisti generici) ritenuti in qualche modo pericolosi. Il numero di castellani che facevano riferimento all’anarchismo, militanti e simpatizzanti, va quindi considerato ancora superiore alla pur ragguardevole quantità di personaggi schedati al CPC. Se dunque nel Dizionario le schede dei castellani presenti non sono di più, dipende solo dal fatto che nella progettazione e realizzazione dell’opera ci si è posti dei limiti dovuti alla esigenza di rispettare un certo equilibrio e una proporzione ragionevole tra le varie località, cercando di non privilegiarne troppo qualcuna a scapito delle altre.
Va segnalato infine che nel Dizionario sono stati inclusi non solo molti militanti che dopo avere aderito – spesso giovanissimi – all’anarchismo sono poi rimasti fedeli alle idee libertarie fino alla loro morte, ma anche casi di persone che – dopo un percorso più o meno lungo all’interno del movimento libertario – lo hanno abbandonato. Il criterio di fondo per decidere l’inclusione o meno nel Dizionario non è stato quello della coerenza fino al termine della vita, bensì quello piuttosto della rilevanza e significatività dell’attività anarchica svolta per un periodo, considerando di importanza relativa la sua durata. L’avvertenza vale anche per le schede degli anarchici castellani riportate qui di seguito.
Castel Bolognese, 1920 ca. Cortile della Osteria di Pietro Garavini, ritrovo degli anarchici. Da sinistra, in seconda fila: Giuseppe Bellosi (“Iusèf d’Carmona”), Giovanni Picciuti (di Bologna), Nello Garavini, Pietro Garavini, Giovanni Caglia. In prima fila: Domenico Scardovi, un compagno non identificato, Aurelio Lolli, Sante Baldrati, Vincenzo Lama (“Bosca”)
Biografie e documenti dal sito [ideato e curato da Andrea Soglia]: http://www.castelbolognese.org/
► Comune di Castelbolognese – Biblioteca Comunale “Luigi Dal Pane”, Il movimento anarchico a Castelbolognese (1870-1945), Mostra storico-documentaria. Castelbolognese 6-17 giugno 1984, Castelbolognese, Grafica Artigiana, 1984.
Nota: per l’intero catalogo della Mostra, e per notizie più ampie sugli anarchici castellani e più in generale sul contesto sociale e politico in cui operarono tra Otto e Novecento, si veda in questo stesso sito la pagina Testi e fonti su Castel Bolognese.
LA CRISI DEL COLLETTIVISMO BUROCRATICO. ATTUALITA’ DI BRUNO RIZZI
La crisi del collettivismo burocratico. Attualità di Bruno Rizzi, Atti del Convegno di Mantova, Teatro Bibiena, 17 febbraio 1990, a cura di Paola Rossi e Venanzio Mondadori, Milano, Cisalpino, 1990, pp. 88 [integrale]
► Gianpiero Landi, Vivere da anarchici, «A», n. 441, marzo 2020 [Relazione su “Armando Borghi a cinquant’anni dalla morte”, presentata al Convegno su “Le organizzazioni nazionali del movimento anarchico nell’Italia repubblicana (1943-2018)”, tenutosi a Castel Bolognese il sabato 8 dicembre 2018, organizzato dalla Biblioteca Libertaria “Armando Borghi” in collaborazione con la Biblioteca Comunale “Luigi Dal Pane”].
Si vedano, in alternativa, i singoli articoli (dal sito della rivista):
► Presentazione redazionale
► Gianpiero Landi, Mezzo secolo di anarchia
► Maurizio Antonioli, Quando Borghi era sindacalista
► Giampietro “Nico” Berti, Tra ideologia e realtà
[Gli articoli di Antonioli e di Berti sono le relazioni presentate dai due rispettivi autori alla “Giornata di studio su Armando Borghi” tenutasi a Bologna, a Palazzo Montanari, il 12 novembre 1978, per iniziativa del Centro Studi Libertari/ Archivio “G. Pinelli” di Milano].
► Paolo Finzi, Borghi e l’USI, Intervista a Maurizio Antonioli, «A» (Milano), a. 20, n. 178, dicembre 1990 – gennaio 1991.
► Giuseppe Galzerano, L’anarchico Armando Borghi in Calabria, «Bollettino dell’Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea», n. 2 (9), dicembre 1990.
► Vittorio Emiliani, Vivere da anarchici, «A» (Milano), a. 19, n. 161, febbraio 1989.
► Armando Borghi, Gli anarchici e le alleanze. Conferenza con libero contradittorio tenuta la sera del 12 Gennaio 1927 alla “Rand School” di New York, sotto gli auspici dei gruppi: Volontà’ e South Brooklyn (con appendice di Luigi Fabbri), New York, Circolo Operaio di Cultura Sociale, [1927], p. 60.
Il 22 novembre 2016 a Milano, dove era nato nel 1941 e dove risiedeva, è morto Amedeo Bertolo, 75 anni, noto esponente del movimento anarchico e intellettuale di prestigio. Nel 1962 aveva rapito il vice-console spagnolo Isu Elias, ottenendo l’annullamento di condanne a morte nella Spagna franchista. Docente universitario ad Agraria, nel 1971 fondò la rivista anarchica “A”, nel 1976 il Centro Studi Libertari/Archivio G. Pinelli, nel 1986 la casa editrice Elèuthera. Con lui scompare una delle figure di maggior rilievo dell’anarchismo italiano della seconda metà del Novecento.
Il 29 novembre 2016 è morto Claudio Pavone, tra i più autorevoli storici italiani e uno degli ultimi grandi maestri. Nato nel 1920, ha scritto libri importanti, capaci di cambiare il nostro sguardo sulla storia. Di famiglia borghese, prese parte alla Resistenza e nel dopoguerra fu archivista e docente universitario. Nel saggio La continuità dello Stato: istituzioni e uomini dimostrò che in Italia vi era stata una sostanziale continuità delle istituzioni statali, degli apparati burocratici e dei funzionari, nel passaggio tra il regime fascista e la democrazia. Nella sua opera più celebre, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza (1991), basandosi su una amplissima documentazione e con lucide argomentazioni sorrette da una grande finezza interpretativa, sostenne che nella Resistenza si erano intrecciate tre diverse guerre: patriottica contro l’invasore tedesco, civile tra italiani fascisti e antifascisti, di classe tra rivoluzionari e borghesia. Un testo che rappresenta una pietra miliare della storiografia italiana del Novecento.
REGGIO EMILIA
BIBLIOTECA PANIZZI – SALA DEL PLANISFERO venerdì 30 settembre 2016 – ore 17.30
presentazione del libro
L’anarchismo italiano
Storia e storiografia
a cura di Giampietro Berti e Carlo De Maria
(Biblion Edizioni, 2016)
ne discutono, insieme ai curatori Roberto Balzani (Università di Bologna) Fiorenza Tarozzi (Università di Bologna)
coordina Alberto Ferraboschi (Biblioteca Panizzi)
presentazione di Giordano Gasparini (Direttore Biblioteca Panizzi)
Una rara fotografia di Luigi Fabbri insieme a un gruppo di esuli a Lugano per i fatti della Settimana rossa (1914).
1. Franceschi (Parma), 2. Cecconi (Jesi), 3. Meledandri (Bari), 4. Guerri (Jesi), 5. N.N. (Ravenna), 6. Bucchi (Ancona), 7. Graziani (Alfonsine), 8. Foschini (Voltana), 9. N.N. (Imola), 10 Capanna (Monsanvito), 11. Ing. Rocchetti (Monsanvito), 12. Martorelli (Chiaravalle), 13. Moriconi (Spello), 14. Mancini (ospite di Jesi), 15. Avv. Cappuccino (Foligno), 16. Monina (Jesi), 17. Fabbri (Fabriano), 18. Antonellini (Voltana), 19. Vella (Piacenza), 20. Tega (Spello), 21. Zappelli (Jesi), 22. Piermattei (Roma), 23. Bigi (Jesi), 24. Zannoni (Jesi). Testo e firme: Lugano 5.8. 1914 – All’amico Giuseppe Guerri per ricordo del comune esilio. Seguono firme di cui due di Alfredo Zannoni, Ferruccio Bigi, Ugo Galtunni, A. Tega, A. Pedrini. [dal libro di Cascia Aroldo e Rosini Patrizia, Bandiera rossa sul campanile. Antifascisti (e fascisti) a Jesi, Ancona, Affinità elettive, 2014, pp. 248].
[Si ringrazia il Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri” di Jesi]
Presentato alla Biblioteca dell’Archiginnasio a Bologna il volume La biblioteca perduta di Luigi Fabbri. Mille titoli di editoria sociale (1871-1926), a cura di Massimo Ortalli, Bologna, Bononia University Press, 2015.
Bologna, Biblioteca dell’Archiginnasio / Sala dello Stabat Mater, Piazza Galvani I – mercoledì 18 Maggio 2016, ore 17.30. Con la partecipazione di:Massimo Ortalli, Giuseppe Savini, Fiorenza Tarozzi.
Presentati a Castel Bolognese due recenti libri pubblicati a cura di Massimo Ortalli, con la presenza del curatore e introduzione di Gianpiero Landi.
Venerdì 6 maggio 2016, ore 20,45 – Teatrino del Vecchio Mercato [in collaborazione con la Biblioteca Comunale “Luigi Dal Pane”]
La Biblioteca Libertaria “Armando Borghi”, in collaborazione con la Biblioteca Comunale “Luigi Dal Pane” di Castel Bolognese (RA) ha organizzato una serata dedicata all’intellettuale e militante anarchico Luigi Fabbri, in occasione della recente pubblicazione di due libri che lo riguardano, entrambi curati da Massimo Ortalli. Il primo testo è un inedito che viene pubblicato per la prima volta ora a distanza esattamente di un secolo dalla sua composizione: Luigi FABBRI, La prima estate di guerra. Diario di un anarchico (1 maggio-20 settembre 1915), con prefazione di Roberto Giulianelli, Pisa, BFS, 2015. L’altro volume è un catalogo che racconta le vicende e descrive la consistenza di un importante fondo librario ritrovato e recuperato di recente: La biblioteca perduta di Luigi Fabbri. Mille titoli di editoria sociale (1871-1926), Bologna, Bononia University Press, 2015.
Pubblicata sul mensile forlivese «Una Città» (n. 228, febbraio 2016) una interessante intervista a Massimo Ortalli e Giuseppe Savini sulla acquisizione della biblioteca di Luigi Fabbri e sulla più generale attività culturale della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola: Il senso di una fondazione.
18 marzo 2016: inaugurazione del nuovo sito della Biblioteca Libertaria “Armando Borghi”
Nell’anniversario della proclamazione della Comune di Parigi (18 marzo – 28 maggio 1871), una data tradizionalmente cara a tutti gli anarchici romagnoli e commemorata in particolare a Castel Bolognese in epoca pre-fascista con iniziative pubbliche, la Biblioteca Libertaria “Armando Borghi” è lieta di presentare ufficialmente questo suo nuovo sito web. Scopo del sito è anzitutto quello di documentare la storia e l’attività svolta dalla Blab, e di presentare i fondi documentari in essa conservati e le modalità per accedervi e utilizzarli. Il sito tuttavia ha ambizioni più ampie. Nelle nostre intenzioni dovrebbe diventare un efficace strumento in più per la ricerca e l’approfondimento delle tematiche relative alla storia (con un’attenzione particolare al territorio delle province emiliano-romagnole) e all’attualità dell’anarchismo e correnti libertarie. Questo è il nostro programma. Questo è il nostro impegno.
[Il presente sito sostituisce i due precedenti della Blab, che non sono aggiornati da alcuni anni e non sono da considerarsi più validi].
[L’articolo è occupato per metà da una presentazione della Biblioteca Libertaria “Armando Borghi”. L’interesse dell’autore e la pubblicazione in una rivista ecologista online appaiono motivati soprattutto dalla presenza nella Blab del Fondo Carlo Doglio].
[Il saggio si incentra soprattutto sulle figure degli anarchici milanesi Maria Rossi e Carlo Molaschi, compagni di vita e di attività politica, ed è largamente basato – in modo esplicitamente dichiarato – su fonti contenute nel Fondo Maria Rossi Molaschi conservato presso la Biblioteca Borghi].
Maria Rossi Molaschi
Carlo Molaschi (1924)
Leda Rafanelli
L’intero numero della rivista online «La camera blu» al seguente link:
In occasione del Trentennale della fondazione della Biblioteca Libertaria “Armando Borghi” – Società Cooperativa (1985-2015)
Presentato a Castel Bolognese il libro di Antonio Senta Utopia e azione. Per una storia dell’anarchismo in Italia (1848-1984) (Milano, Elèuthera, 2015), con l’autore Antonio Sentae lo storico Jacopo Frey. Introduzione di Gianpiero Landi.
Mercoledì 4 novembre 2015, ore 20,45 – Teatrino del Vecchio Mercato [in collaborazione con la Biblioteca Comunale “Luigi Dal Pane”]
Presentato presso la Biblioteca Comunale di Imola il libro La biblioteca perduta di Luigi Fabbri. Mille titoli di editoria sociale (1871-1926), Bologna, Bononia University Press, 2015, con la partecipazione del curatore Massimo Ortalli e di Gianpiero Landi in rappresentanza della Biblioteca Libertaria “Armando Borghi”.
Imola, Biblioteca Comunale, sabato 6 febbraio 2016, ore 10,30.
Pubblicato in «A rivista anarchica» (a. XLV, n. 403, dicembre 2015/ gennaio 2016) un corposo Dossier su Carlo Doglio, curato da Stefania Proli e Gianpiero Landi.
Scritti di Franco Bunçuga, Daniele Doglio, Massimiliano Ilari, Franco La Cecla, Gianpiero Landi, Letizia Montalbano, Giorgio Nebbia, Stefania Proli, Michele Salsi e due articoli di Carlo Doglio, con bibliografia a cura di Stefania Proli.
Carlo Doglio (Cesena 1914 – Bologna 1995), è una figura stimolante nella storia del pensiero anarchico del secondo dopoguerra. Urbanista, docente universitario, per un intenso periodo anche militante anarchico ed editore, ha contribuito a far conoscere in Italia le riflessioni e le opere dell’urbanista e sociologo statunitense Lewis Munford, ispirate a nuove e più avanzate forme di socialità. L’anarchico russo Pëtr Kropotkin come riferimento generale. Le numerose frequentazioni con personalità della cultura, estranee all’anarchismo ma con interessanti riflessioni ed esperienze concrete di segno anche libertario, da Danilo Dolci ad Adriano Olivetti. Per ricordarlo, si sono tenute tra il novembre 2014 e il maggio 2015 due iniziative, a Bologna (in occasione del centenario della nascita) e a Parma (per il ventennale della morte). Nel Dossier sono pubblicate alcune delle relazioni, più altri contributi.
Tra i vari interventi, tutti stimolanti e di grande interesse, segnaliamo in particolare quello di G. Landi, L’avventura intellettuale di un uomo aperto, che ci riguarda da vicino perché tra l’altro ricostruisce le vicende e la consistenza del Fondo Carlo Doglio, attualmente conservato presso la Biblioteca Libertaria “Armando Borghi”.
Sabato 9 – domenica 10 aprile 2016 al Circolo Anarchico Berneri, piazza di porta S. Stefano 1, Bologna
Incontro internazionale della Federazione internazionale dei centri studi e di documentazione libertari (Ficedl)
Cos’è la Ficedl?
La Fédération internationale des centres d’études et de documentation libertaires (FICEDL) è un organismo di coordinamento internazionale tra gli istituti che si occupano di documentazione relativa ai movimenti anarchici, nata a Marsiglia nel 1979. Il suo scopo fondante è creare una rete di sostegno reciproco e di scambio di informazioni, oltre a garantire una supervisione collettiva sulla conservazione del patrimonio culturale di tutto il movimento libertario. La Federazione, che non ha struttura e organico propri, si riunisce in incontri periodici organizzati a rotazione dai vari istituti aderenti cercando di impostare una politica di cooperazione, tenendo conto delle specificità di ciascun centro. L’adesione alla Federazione si basa su un “patto associativo”. Ci si incontra in tutta Europa ogni due anni.
Per approfondire vedi la pagina Ficedl in questo sito.
Riunione Ficedl a Milano novembre 1987
Biblioteca Libertaria fondata nel 1916 a Castel Bolognese